Il coaching è una metodologia di sviluppo personale nella quale una persona (detta coach) supporta un cliente (detto coachee) nel raggiungimento di uno specifico obiettivo personale, professionale o sportivo.

E’ un metodo fondato sull’allenamento delle potenzialità individuali e sul miglioramento della persona.

Il coach fornisce uno specifico supporto verso l’acquisizione di un più alto grado di consapevolezza, responsabilità, scelta, fiducia e autonomia.

E’ infatti un percorso finalizzato a mettere in luce, in maniera consapevole, la situazione esistente del cliente (presente percepito)  ed individuare, sviluppare e valorizzare le strategie e le azioni utili al raggiungimento di obiettivi collocati nel futuro e determinati dal cliente stesso (futuro desiderato).

Il cliente acquisisce autonomamente strumenti pragmatici e operativi che gli permettano di elaborare ed identificare i propri obiettivi e rafforzare la propria efficacia e la propria prestazione.

Non è un’attività terapeutica, e non può, in nessun caso, essere utilizzato come terapia sostitutiva in caso di patologie psichiche particolari o legate a disturbi della personalità.

Secondo la disciplina del coaching il cliente possiede un potenziale inespresso. Quindi ha già in sé le competenze necessarie per trovare le soluzioni e raggiungere i risultati.

Il coach agisce semplicemente da catalizzatore e facilitatore di cambiamento.

Sul piano metodologico il modello più usato è il GROW model.

Ideato da John Whitmore alla fine degli anni ’80 e ’90  il GROW è un acronimo e può essere così tradotto:

G.OALS        (obiettivi)

R.EALITY      (qual è la realtà)

O.PTYIONS  (quali opzioni e possibilità)

W.ILL           (volontà – come e quando lo faccio)

Il modello è basato su una sequenza strutturata di domande, attraverso una metodologia rigida,  funzionali all’individuazione degli obiettivi da perseguire e degli ostacoli da superare per l’ottenimento del risultato.

Gli obiettivi devono essere SMART (specifici e chiari,  misurabili, attuabili e realistici, rilevanti e funzionali,  e temporizzati)

Le domande efficaci sono lo strumento principale in un percorso di coaching.

Per avere le “risposte giuste”  devo costruire domande giuste.

Il coach pone domande funzionali al raggiungimento di una chiara visione della realtà. Pone domande  che “costringono” a fare scelte, a prendere decisioni.

Rispondendo alle domande del coach, il cliente ripercorre il passato e acquisisce un quadro completo e ricco di particolari sulla situazione attuale.

Scopre così pensieri, convinzioni, condizionamenti limitanti, opinioni, valori personali e idee che “non sapeva di avere”.

Il passaggio dalla  consapevolezza alla responsabilità (abilità a darsi risposte) si traduce sempre in azioni: scelte, cambiamenti concreti, obiettivi e piani d’azione.

Il lavoro del coach è stimolare la creatività, allenare le potenzialità, attivare un atteggiamento positivo e pro-attivo.

Il cliente è il vero focus della relazione di coaching.  Il coach è soltanto portatore del metodo. E’ il supporto e l’alleato per consentire al cliente di individuare le soluzioni praticabili, nuovi stimoli e nuovi punti di vista.

L’obiettivo viene definito e riformulato nel corso della relazione di coaching, prima della definizione del piano d’azione da mettere in campo per la sua realizzazione.

Attraverso l’ascolto attivo, empatico, il coach coglie le emozioni del cliente durante il racconto del passato, del presente percepito e del futuro desiderato.

Dal racconto si evidenziano le tensioni, l’entusiasmo, le motivazioni intrinseche ed estrinseche e soprattutto le potenzialità e capacità.

Il coach restituisce sempre al cliente le sue osservazioni sotto forma di feedback.