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Coaching in azienda

Ho iniziato a lavorare qualche mese prima di discutere la mia tesi di laurea. Avevo 24 anni.

La società che mi assunse nasceva in quel momento ed io ero la quarta impiegata. Nel giro di qualche anno i dipendenti diventarono 264.

Una grande crescita, frutto del duro lavoro di alcuni imprenditori e della collaborazione diretta fra tante persone.

Prima di lasciare l’azienda per dedicarmi a ciò che oggi è il mio lavoro mi sono guardata indietro e ho fatto il normale bilancio che facciamo quando chiudiamo un capitolo.

La cosa che mi ha colpito di più è constatare quanto la galoppante rivoluzione tecnologica, l’affermazione delle telecomunicazioni e l’evoluzione organizzativa, abbiano influenzato i rapporti umani all’interno dell’azienda.

Le chiacchiere a tu per tu davanti ad un caffè erano state sostituite da brevi e-mail. Eravamo tutti ad “un tiro di voce” eppure il nostro canale comunicativo passava da una tastiera.

Quanto è cambiato il nostro modo di comunicare e quanto sono diverse le nostre interazioni!

La comunicazione fra le persone avviene in maniera sostanzialmente diversa rispetto a trent’anni fa. 

Tutto questo sta trasformando la società e i rapporti sociali fra le persone, i rapporti familiari, i rapporti d’amicizia e le relazioni lavorative. Lo affermano sociologi, psicologi, economisti.

Eravamo pronti a questo cambiamento nella comunicazione e che ripercussioni sta avendo nel nostro modo di relazionarci col mondo e soprattutto con noi stessi?

In questo scenario i comportamenti e le capacità personali devono risultare quanto più flessibili sulla base di un processo di apprendimento continuo che consenta di imparare ad accettare e gestire il cambiamento, è una condizione necessaria e caratteristica dell’era moderna. 

Le persone sono stordite, corrono, scrivono, pubblicano le proprie storie e i propri sfoghi condividendoli con il mondo, ma hanno difficoltà a rapportarsi direttamente.

Malcolm Harris, nel libro Kids These Daysdelinea un interessante profilo psicologico dei giovani che in seguito alle trasformazioni dell’ambiente socioculturale americano, sarebbero divorati dall’ansia, tormentati e narcisisticamente auto-focalizzati.

Le loro vite girano attorno alla promozione della massima produttività, una pesante competizione già a partire dai primi anni della scuola che sfocia in una esasperata competizione nei primi anni del lavoro.

Crescono così soggetti irrequieti e insoddisfatti.

Focalizzare l’attenzione sulle risorse umane, soprattutto nelle aziende, è prioritario per far riacquisire il senso di fiducia, di autoefficacia, di responsabilità nelle persone.

Un buon management non può prescindere da queste osservazioni e se lo trascura sta trascurando un aspetto fondamentale che concorre a sviluppare il suo business.

Le aziende che danno spazio e prendono in considerazione questi aspetti , oggi,  fanno la differenza. Un dipendente ascoltato, motivato e stimolato ripaga con impegno e spirito di appartenenza.

Il coaching in azienda promuove l’esigenza di riappropriarsi delle basi della comunicazione umana.

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